giovedì 23 maggio 2013

Addio a don Gallo, prete degli ultimi

Don Andrea Gallo si è spento ieri a Genova, nella sua amata Comunità di San Benedetto al porto. Aveva 84 anni. Le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni; a vegliarlo c’erano anche i nipoti Paolo e Vittorio oltre alla grande famiglia da lui fondata nel 1975, quella famiglia composta da “tutti gli ultimi del mondo”, come diceva egli stesso. Nato a Genova nel 1928, entrò nel 1948 nel noviziato di Varazze per poi chiedere di partire missionario; fu mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. Rientrato in Italia, continuò gli studi e divenne sacerdote nel luglio del ’59. Ma è stato con i più giovani e soprattutto con gli ultimi che egli ha trascorso la sua vita terrena, con le persone che animavano – e continuano a fare – la Comunità da lui tanto amata e difesa. Persone che vivono situazioni di disagio di varia natura; scopo di questa grande famiglia quello di fornire una via d’uscita da ogni forma di “schiavitù”, con un’attenzione particolare al mondo della tossicodipendenza. Quando è stato eletto al soglio pontificio Papa Francesco, don Gallo aveva così commentato: “Ci fa sperare di nuovo in una chiesa dei poveri. Un sollievo dopo tanta pena”. In molti, del mondo politico così come dello spettacolo, hanno voluto esprimere un pensiero sulla figura di don Gallo, su questo prete sempre un po’ controcorrente che credeva nella giustizia e che si sporcava le mani per le cause in cui credeva. “Sento una grande commozione per la sua scomparsa” ha detto il sindaco di Genova, Marco Doria, ricordando il suo impegno a favore degli ultimi. “Un prete che ha dato un nome a chi non lo aveva o se lo era visto negare” sono le parole di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. La camera ardente resterà aperta due giorni in attesa di conoscere la data dei funerali.

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